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i sono date indimenticabili. Momenti della vita che lasciano il segno ma l’umiltà è un valore che, se ti appartiene, ti può portare davvero lontano. Dario Cecconi è oggi la punta di diamante della sezione A.I.A. “Giordano Galigani” di Empoli, Assistente Arbitrale in Can A, punto di riferimento del movimento arbitrale italiano. Per tutti i giovani colleghi della sezione empolese, capitanata da Lorenzo Sani, è semplicemente Dario. Un uomo vero, genuino, che ha fatto dell’umiltà, della passione e del talento, il dolce mix per raggiungere l’olimpo del calcio italiano. Sembra passata un’eternità da quell’11 Dicembre 1997, quando il giovane Cecconi, fischiò il suo primo calcio d’inizio in un Certaldo – Florence, gara del campionato Esordienti B. “Ricordo bene quel momento – racconta oggi Cecconi a distanza di oltre vent’anni – era una tipica giornata di dicembre. Era freddo ed ero molto emozionato. Avrò fischiato, sì e no, quattro volte in tutta la partita, che se non ricordo male finì 7-0 per i padroni di casa. Effettivamente da allora è passata un’eternità e mai avrei pensato di arrivare addirittura in Serie A“.Dario, come molti colleghi arbitri, ha alle spalle un’esperienza da giovane calciatore. Da ragazzino ha militato nel Vinci e nel Cortenuova, due storiche formazioni dell’Empolese Valdelsa, per poi appendere le scarpe al chiodo a 17 anni ed iniziare, per puro caso, l’avventura nel mondo arbitrale. “Ho giocato diverse stagioni a pallone – continua – con risultati non proprio straordinari. Sono riuscito una volta a segnare anche un gol da attaccante, ma ad un certo punto ho deciso di dire basta. Ricordo che il mio amico Vincenzo Orlando (ex assistente in Lega Pro) aveva visto un volantino del corso arbitri della Sezione di Empoli dell’allora Presidente Leonardo Ciambotti e, sinceramente, uno dei motivi che mi spinse a partecipare, fu la possibilità di poter entrare gratis allo stadio“.
Quello che sembrava un incontro casuale si è poi trasformato in un vero e proprio “amore a prima vista, anzi a primo fischio”. “Effettivamente in poco tempo – prosegue ancora Cecconi – sono arrivato da arbitro a debuttare in Seconda Categoria e ad arrivare fino all’Eccellenza. Un percorso bello, impegnativo e molto gratificante. Mai avrei pensato di diventare assistente, ma questa è stata indubbiamente la svolta di tutto. Quando sei un arbitro, onestamente, è difficile vederti in un contesto diverso che non sia la zona più nevralgia del campo, ma fortunatamente è andata proprio così“.
Anche in questo caso il fato ci ha messo lo zampino. “La prima volta che ho fatto l’assistente – prosegue Cecconi – è stato a Certaldo durante l’Europ Cup, il torneo internazionale organizzato dal Membrino per le categorie giovanili, in terna con Roberto Cioni. Sinceramente all’epoca ero ancora un arbitro e avevo difficoltà addirittura a tenere in mano la bandierina. Fu comunque la prima vera occasione per cimentarmi in campo con una prospettiva completamente diversa. Anche da arbitro, infatti, ho sempre cercato di capire e interpretare i vari ruoli della terna, compreso quello dell’assistente. Questa curiosità e continua ricerca della perfezione e della massima collaborazione tra tutti i membri della terna, è stata una delle caratteristiche che mi hanno permesso di intraprendere questa nuova avventura“.
Il debutto da assistente nel calcio dilettantistico che conta è stato un fulmine a ciel sereno. “Una domenica ero tranquillamente a casa – ricorda Cecconi – mi chiama Camarlinghi, al tempo uno dei miei organi tecnici. Mi dice che si era fermata l’auto dell’arbitro che avrebbe dovuto dirigere la gara Castelfranco – Viareggio, prima contro seconda nel campionato di Eccellenza e che sarei dovuto correre allo stadio. In teoria avrei dovuto sostituire l’arbitro, ma quando mi presentai al campo il mio collega era riuscito a raggiungere lo stadio, mentre uno degli altri ragazzi della terna era rimasto in superstrada ad aspettare l’arrivo dei soccorsi. A quel punto mi vestii da “guardalinee” e partecipai al match. Fu il primo vero test in una gara molto impegnativa“.
Quello che sembrava un incontro casuale è diventato il suo futuro nel mondo del calcio. “Devo ringraziare l’attuale presidente della Sezione di Arezzo Sauro Cerofolini – prosegue – mio ex O.T.. Fu lui a consigliarmi di fare il corso da assistente e lasciare la casacca da arbitro. Decisi di accettare. Da assistente feci una stagione in Eccellenza per poi, grazie anche a Stefano Braschi, approdare in serie D. Avevo poca esperienza ma una grande voglia di migliorarmi. Stevanato (ex assistente internazionale, all’epoca organo tecnico in serie D e attualmente Istruttore FIFA) è stata la persona che più mi ha aiutato a iniziare a pensare da assistente. A prendere le decisioni con meno precipitazione e questa è stata la chiave per poi arrivare anche in Lega Pro“.
Difficile arrivare il Can Pro, figuriamoci in Can B o addirittura in Can A. Anche in Lega Pro un episodio ha contribuito a far decollare la carriera di Cecconi. “Indubbiamente è stato un episodio importante in una stagione comunque positiva – ammette – era il 16 Novembre del 2014. Anche in questo caso per un problema occorso ad un assistente in albergo, poco prima della sfida tra Livorno e Pro Vercelli, fui chiamato a sostituirlo. Un corsa incredibile in auto per arrivare all’Ardenza, scortato dalla polizia fino allo stadio e poi la soddisfazione di entrare in campo, senza essere ancora effettivamente in categoria. La partita andò bene e fortunatamente anche il proseguo della stagione. Essere poi entrato a far parte dell’organico degli assistenti di serie B è stata una soddisfazione immensa“.
Finalmente il debutto in serie A arriva poco dopo. “Il primo anno in Serie B – continua Cecconi – è stato intenso e molto positivo. A fine anno sono stato addirittura chiamato per la mia prima gara in Serie A. Impossibile dimenticare la data: 15 maggio 2016, Genoa – Atalanta 1-2. Prima di entrare in campo ho pensato a quanti sacrifici ho fatto in questi anni. A quanto la mia famiglia mi ha supportato e continua a farlo ogni giorno. Ho vissuto quel momento con molta emozione, con la consapevolezza che potesse essere l’unico, ma anche con la determinazione di continuare ad impegnarmi per poter arrivare effettivamente in Serie A. Così è stato quest’anno grazie anche a Emidio Morganti, Cristiano Copelli e Christian Brighi e dopo essere passato dai play-off di Serie B e l’ultima sfida tra Frosinone e Palermo”.
L’allenamento è una componente fondamentale nella vita di un’assistente. “Ci alleniamo quasi tutti i giorni – prosegue Dario – abbiamo un raduno mensile generalmente a Coverciano, ma ovviamente ci sono molte partite in ogni momento della settimana, non solo nel weekend. Il tempo per conciliare vita privata, lavoro e campo non è molto“.
Quest’anno Cecconi ha già calcato i palcoscenici più importanti della Serie A, spesso in terna con Daniele Orsato uno degli arbitri veterani della categoria. “La mia prima gara di quest’anno è stata Spal – Parma, dove tra l’altro ho ritrovato un’altra persona fondamentale nel mio cammino, Riccardo Pinzani nelle vesti adesso di dirigente proprio del Parma. Con Daniele (Orsato n.d.r.) sono già stato tre volte ma ho avuto la fortuna e possibilità di uscire in terna anche con altri colleghi Internazionali, da Rocchi a Irrati per citarne alcuni”.
Cecconi non si sottrae nemmeno alla domanda più scomoda. “Il VAR? Una grande invenzione, se ci fosse stato anche in serie B sarebbe stato sicuramente molto utile. Indubbiamente bisogna tutti abituarci alla tecnologia, ma è di grande supporto per tutta la componente arbitrale“.
Non manca nemmeno un ricordo del compianto Stefano Farina, un dei “fari” nella carriera di Cecconi e un messaggio per tutti i colleghi empolesi della Sezione Galigani. “Stefano Farina è e rimarrà per me un grande maestro di vita, non solo in campo arbitrale. Con Stefano ho condiviso un anno di serie D, tre stagioni in Lega Pro e due anni in serie B. Purtroppo ci ha lasciati troppo presto, ma i suoi insegnamenti sono e rimarranno per me sempre preziosi. Cosa dico ai miei colleghi? La sezione di Empoli è una grande famiglia. I miei maestri sono e rimarranno Ciambotti, Stefanelli, Lo Fiego e Fiaschetti. Con il Presidente Lorenzo Sani abbiamo un rapporto di amicizia vero e tra l’altro siamo stati anche colleghi ai tempi della Lega Pro. Devo dire che negli ultimi anni molti ragazzi, compreso il sottoscritto, sono arrivati a livelli quasi impensabili, tra cui ovviamente ha fatto da apripista Riccardo Pinzani, che ha calcato il palcoscenico della serie A da arbitro. La cosa positiva è che ci sono ragazzi giovani di belle speranze, ma è fondamentale che ognuno di loro viva alla giornata. A loro posso dire che la passione muove tutto, ma anche il rispetto è una componente fondamentale. Se un arbitro pretende rispetto è comunque il primo a doverlo dare in campo a tutti i giocatori“.
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